Paul Gauguin nasce a Parigi il 7 giugno del 1948 in piena reggenza della runa Othila. Suo padre, Clovis Gauguin, è un giornalista liberale e antimonarchico, mentre sua madre, Aline Chazal era di origine peruviana. Nel 1849, la famiglia emigrò in Perù per sfuggire alla repressione politica in Francia, ma Clovis muore durante il viaggio. Gauguin trascorre i primi anni della sua infanzia a Lima, un'esperienza che gli lascia un'impronta intensa. Infatti egli ricercherà il legame con le sue radici e quella serenità da lui vissuta in giovinezza attraverso i suoi peregrinaggi tropicali.
La runa Othila, che rappresenta l'eredità, la terra ancestrale e il legame con le radici, è strettamente legata alla vita di Paul Gauguin. Questa runa simboleggia il ritorno alle origini e la ricerca di un senso di appartenenza, tematiche che risuonano profondamente nell'opera di Gauguin.
Dopo cinque anni la famiglia fa ritorno in Francia. All’età di 17 anni, Gauguin si arruola nella marina mercantile e trascorre sei anni in mare, periodo che contribuisce alla sua curiosità per i luoghi esotici e lontani. Successivamente, nel 1871, trova lavoro come agente di cambio a Parigi. In questo periodo inizia a interessarsi alla pittura, ispirato da un amico pittore, Émile Schuffenecker e colleziona opere impressioniste. Nel 1873 sposa Mette-Sophie Gad, una donna danese, da cui ha cinque figli. Nel 1874, Gauguin inizia a dipingere seriamente e partecipa a diverse mostre degli impressionisti, stringendo amicizia con artisti come Camille Pissarro e Edgar Degas.
Tuttavia, con la crisi economica del 1882, perse il suo lavoro in borsa e decide di dedicarsi completamente all'arte. La famiglia si trasferisce dai nonni materni a Copenaghen mentre lui torna a Parigi, vivendo in condizioni sempre più precarie. Si sposta poi in Bretagna dove trova quel primitivo di cui è alla ricerca unendo nelle sue opere l’esecuzione pittorica primordiale al linguaggio esotico delle stampe giapponesi. Conosce Vincent e Theo Van Gogh, ma si distacca dalla pittura impressionista e nonostante cominci a farsi conoscere a Parigi, la società moderna è poco stimolante per lui e sente l’esigenza di partire verso terre lontane incontaminate e autentiche.
Scrive: «Possa venire il giorno (e forse verrà presto) in cui fuggirò nei boschi di qualche isola dell’Oceania, a vivere d’estasi, di calma e d’arte, circondato da una nuova famiglia, lontano dalla lotta europea per il denaro. Lì a Tahiti potrò ascoltare, nel silenzio delle belle notti tropicali, la dolce musica sussurrante degli slanci del mio cuore in amorosa armonia con gli esseri misteriosi che mi saranno attorno. Finalmente libero, senza preoccupazioni di denaro, potrò amare, cantare e morire».
Nel 1891 perciò parte alla volta di Tahiti. Othila rappresenta il distacco dalla famiglia del passato per entrare a far parte di qualcosa di più grande. Gauguin lascia le sue radici europee per cercare l’autenticità e la spiritualità nell’armonia della vita dei popoli polinesiani immersi nella natura.
Gauguin scrive: «Ho deciso di andare a Tahiti per finire là la mia esistenza. Credo che la mia arte, che voi ammirate tanto, non sia che un germoglio, e spero di poterla coltivare laggiù per me stesso allo stato primitivo e selvaggio. Per far questo mi occorre la calma: che me ne importa della gloria di fronte agli altri! Per questo mondo Gauguin sarà finito, non si vedrà più niente di lui».
In Noa-Noa, il suo libro autobiografico cominciato sull’isola di Tahiti scrive: «La civiltà mi sta lentamente abbandonando. Comincio a pensare con semplicità, a non avere più odio per il mio prossimo, anzi ad amarlo. Godo tutte le gioie della vita libera, animale e umana. Sfuggo alla fatica, penetro nella natura: con la certezza di un domani uguale al presente, così libero, così bello, la pace discende in me; mi evolvo normalmente e non ho più vane preoccupazioni».
Una delle sue ultime opere compiute è: Donde veniamo? Che siamo? Dove andiamo?, un vero e proprio testamento e capolavoro emblematico che mette in luce gli aspetti salienti della Runa Othila già nel titolo che rimanda a domande esistenziali. «[…]Io incarno per te tutti gli antenati, il loro patrimonio spirituale e la discendenza della stirpe: sono il tuo passato, il tuo Presente e il tuo Futuro. Io sono il complesso genico, spirituale e di sangue, sono l’eredità e la continuazione.[…]» Cit. Voce della Runa
Una grande tela in cui viene messa in scena la vita, la commedia umana dalla nascita, all’adultità fino all’anzianità. Le stagioni dell’uomo che si susseguono incessantemente.
Gauguin la descrive così: «Ai due angoli in alto, dipinti in giallo cromo, reca il titolo a sinistra e la mia firma a destra, come un affresco guasto agli angoli applicato su di un fondo oro. A destra, in basso, un bambino addormentato e tre donne sedute. Due figure vestite di porpora si confidano i propri pensieri. Una grande figura accovacciata, che elude volutamente le leggi della prospettiva, leva il braccio e guarda attonita le due donne che osano pensare al loro destino. Al centro una figura coglie frutti. Due gatti accanto a un fanciullo. Una capra bianca. Un idolo, con le braccia alzate misteriosamente e ritmicamente, sembra additare l’aldilà. Una fanciulla seduta pare ascoltare l'idolo. Infine una vecchia, prossima alla morte, placata e presa dai suoi pensieri, completa la storia, mentre uno strano uccello bianco, che tiene una lucertola con gli artigli, rappresenta la vanità delle parole. Tutto ciò accade lungo un ruscello, sotto gli alberi. In fondo è il mare e le cime dell’isola vicina. Malgrado i diversi motivi di colore, il tono del paesaggio è tutto blu e verde veronese. Su questo fondo tutti i nudi staccano in vivo arancione».
Nella sua vita Gauguin lascia la famiglia, i figli, la patria e il benessere finanziario per ricercare l’armonia e l’origine della vita e dell’arte, restituendoci valori essenziali perduti in una società civilizzata che rincorre il capitalismo.
Nel 1903, l’artista muore di malattia all’età di 54 anni nella sua casa di Atuona in Polinesia.
Fonti bibliografiche:
Gauguin, Ingo F. Walther , L’Espresso
https://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Gauguin