Questa realtà in cui siamo immersi viene da noi percepita come una prigione, mentre è semplicemente un luogo dove imparare e fare esperienza.

Infatti, il nostro Pianeta è stato strutturato come una “scuola di apprendimento” dove le anime si incarnano attraverso delle macchine biologiche con lo scopo di evolvere e crescere. Queste macchine biologiche attraverso l’esperienza che fanno costruiscono automatismi e abitudini che permettono la vita su questo livello di coscienza. La materia è profondamente inconscia e porta con sé un oblio che l’anima all’inizio è costretta a subire, producendo un apparato schiavo del sistema in cui è inserito.

Così il Pianeta diventa “Carcere della Mente”.

L’apparato psicofisico non prende iniziative ma si muove attraverso ciò che conosce e ha già sperimentato, creando risposte uguali a situazioni diverse, quindi, non agisce ma reagisce facendoci illudere che siamo noi ad agire e non gli istinti o i bisogni o le paure. Questa illusione di essere noi ad agire, fa sì che noi non si cerchi di scappare…ma restiamo a risolvere attraverso la macchina biologica, qualcosa che la macchina stessa ha creato per esistere.

Odiamo e amiamo meccanicamente, beviamo e fumiamo meccanicamente o non fumiamo meccanicamente, scegliamo se iscriverci all’università meccanicamente o sposarci meccanicamente, senza mai accorgerci che ogni scelta fatta è frutto di un condizionamento sociale, famigliare, emotivo o fisico a cui siamo stati sottoposti.

La runa che meglio rappresenta questi automatismi è Thurisaz, che è il divenuto prodotto, la legge dello specchio e la struttura psicofisica.

C’è un modo per contrastare questa meccanicità ed è sconfiggere l’abitudine alla reazione automatica.

Te lo spiego meglio nel corso in 10 lezioni LE BASI DEL NON-IO.

Jlenia Adain