Identificazione e Disidentificazione
Il Vero e il non-Vero
Trovare una identità prima di perderla.
Quando si incarna l'anima sceglie un determinato apparato psicofisico che è il risultato delle esperienze fatte attraverso le vite fino a quel momento, esso le consente di ricominciare il percorso di evoluzione. Quando entriamo nella vita, quindi abbiamo un corpo fisico, emotivo e mentale per la conoscenza del quale servono i primi 21 circa: in questo periodo noi abbandoniamo progressivamente l’identificazione con l’anima in favore d'una sempre più completa identificazione con la macchina biologica (il corpo, le emozioni e, soprattutto, la mente).
L’identificazione permette alla mente di svilupparsi attraverso le esperienze che viviamo. Proprio la struttura mentale serve agli esseri umani per divenire autocoscienti, cosa che li differenzia da qualunque altra forma di vita sul pianeta. Un albero, un pesce, un rettile, un topo sono cerature creature primitive che in realtà si trovano costantemente immersi nell’Uno, proprio perché non si riescono a identificare autocoscientemente col loro mezzo. Non possiedono una mente discriminante e quindi non possono divenire coscienti di sé. Ad un occhio superficiale possono sembrare più connessi e in pace dell’essere umano con la divinità, con l’Uno, ma in realtà non sono ancora “distaccati” dall’Uno, nella scala evolutiva occupano un gradino precedente al nostro.
Il fenomeno della Coscienza deriva dall’identificazione con lo strumento duale, con la mente discriminante che divide in opposti ogni cosa esistente: dentro/fuori, bello/brutto, giusto/sbagliato, io/gli altri.
Il nostro apparato umano permette di sentirci altro rispetto all'Uno e favorisce lo sviluppo della coscienza: Dio – la Coscienza Assoluta – diviene cosciente di sé attraverso l’uomo.
Ci sono invece gli aspetti negativi dell’identificazione?
Innanzitutto, nessuno ci dice che, ad una certa, dovremo disidentificarci dalla macchina e quindi finiamo per non avere idea di cosa sia l'anima: così crederai allora di essere il tuo corpo, le tue concezioni intellettuali, le tue idee politiche o le tue idee religiose, le tue opinioni, i tuoi valori e tutto ciò che hai imparato a considerare giusto o adeguato. Vivrai ciò che hai imparato e non ciò che sei, con la fatica di aderire a ciò che hai creduto vero e perdendo di vista ciò che lo è veramente. Come se ne esce?
Si esce dall’identificazione con la macchina biologica, tra le altre cose, per mezzo dell’auto-osservazione, che se vorrai insegno nel corso Le Basi del Non-Io.