Libri e scritti sulle Rune Arcane che mi hanno formato
A differenza di quando iniziai a Praticare nel 1976 oggi è possibile farsi una cultura attraverso dei libri, benché non tutti i testi che oggigiorno si trovano in circolazione, siano validi e abbiano un’impronta tradizionalistica.
A differenza di quando iniziai a Praticare nel 1976 oggi è possibile farsi una cultura attraverso dei libri, benché non tutti i testi che oggigiorno si trovano in circolazione, siano validi e abbiano un’impronta tradizionalistica.
Anche molti testi di Rune, oggi facilmente reperibili online, risentono di grandi falle, ma spesso al lettore novizio e ignorante, appaiono come eccellenti soprattutto se ammantati da un buon marketing.
Ricordo che il primo libercolo (inteso in senso di quantità di pagine e non certo di valore di contenuti) sulle Rune mi fu regalato da un caro amico che venuto a sapere del mio forte interesse per il Culto Antico e per le Rune, mi omaggiò Le Rune Divine, di Mario Polia, un piccolissimo testo tutt’oggi introvabile. Fu il mio primo contatto teorico con le Rune, ma a questo seguì l’apprendimento tecnico con il mio mentore, Emilio They, insieme al suo breve saggio Il Ragnarök, evento storico e processo sottile. E fu proprio il mio mentore a suggerirmi i primi due importanti libri dell’epoca: Edda di Snorri (prima edizione 1975) e Miti e Leggende Vichinghi (prima edizione 1977), contenente l’Ynglinga Saga, entrambi redatti dalla professoressa Gianna Chiesa Isnardi, cattedra di filologia germanica all’Università di Genova e pregiatissima traduttrice dal norreno all’italiano di manoscritti antichi. Due libri che non possono mancare nella biblioteca personale di ogni cultore della Tradizione del Nord.
Oggi per fortuna la quantità di libri validi su Rune e Tradizione è aumentata, benché come dicevo, non siano sempre apprezzabili né autori né testi.
Non solo, ma prima di passare a stesure complicate riguardanti l’Edda Poetica e l’Edda in prosa, sarebbe opportuno farsi una cultura di base per meglio capire gli elementi che appartengono a tutti gli effetti alla Tradizione, nella quale confluiscono inevitabilmente Sciamanesimo e Rune. A tal proposito non posso non menzionare Nigel Pennick autore di Tradizione Nordica, e benché l’autore allarghi la sua descrizione su spazi molto ampi in questo testo (forse un tantino troppo), ritengo che possa essere questo un buon primo approccio per un neofita. Così come non è possibile sorvolare su testi che, seppur non comprendenti specificità tradizionali, appaiono di gran lunga interessanti da un punto di vista storico e archeologico. Tra questi: I Vichinghi di Gwyn Jones (1978 seconda edizione e prima in lingua italiana), contenente tra l’altro parte del Risala, manoscritto dell’anno 1000 d.C. nel quale l’arabo Ibn Fadlan descrive un funerale vichingo (unico documento attualmente esistente), e Vichinghi di Donald Logan, senza tralasciare ovviamente Gli Dèi Vichinghi, religione e miti di un popolo guerriero di E.O.G. Turville-Petre.
Opportuno poi sarebbe cercare di comprendere le radici di una Tradizione che nel nostro caso nasce si in ambito scandinavo, ma che trova il suo ceppo tra gli Indoeuropei. A tal proposito segnalo due libri per avere una visione più completa: Gli Indoeuropei di Jean Haudy e Gli Dèi dei Germani di Georges Dumézil. Gli studi di Dumézil sulla comparazione dei ceppi indoeuropei non hanno eguali. A questo proposito sempre di Georges Dumézil, anche L’ideologia tripartitica degli Indoeuropei. Un validissimo compendio sulla Tradizione ce lo fornisce I Miti Nordici di Gianna Chiesa Isnardi, mentre in ambito poetico eccellente è Hávamál La Voce di Odino di Antonio Costanzo e buon compendio è Il Canzoniere Eddico di Piergiuseppe Scardigli. Passando ad un altro tema fondamentale, sullo Sciamanesimo in genere e specifico non può mancare Lo Sciamanismo di Mircea Eliade, un importante saggio in ambito di Sciamanesimo, insieme a La Via dello Sciamanesimo Boreale di Davide Melzi e Sciamanesimo Scandinavo, dalle sue radici ai giorni nostri di Massimo Nobili. In ambito Rune, voglio segnalare Le Rune e gli Dèi del Nord di Mario Polia, eccellente testo e uno dei rarissimi che tratta le Rune in modo tradizionale senza perdersi nei meandri della new age. Apprezzabili sono anche L’Oracolo delle Rune di Nigel Pennik, Il potere delle Rune di Kenneth Meadows e Rune la Conoscenza Arcana di Massimo Nobili. Una breve menzione meritano L’oro fatale, miti e leggende del nord di Mary Tibaldi Chiesa e La Via del Wyrd, interessante romanzo adattato da un antico manoscritto, di Bryan Bates. Non mi dilungo indicando Saghe più o meno conosciute e manoscritti assemblati come il Beowulf, non potendone citare gli autori.
Rimane comunque il fatto che, almeno in italiano, pochi sono testi e autori realmente validi che non risentano di elucubrazioni personali che hanno talvolta del fantastico o infarcite con altre “Vie” che poco o nulla hanno a che fare con il Tradizione pura. Altri testi saranno certamente da aggiungere a questa lista, ma mi riservo prima di leggerli per poi poterveli proporre. Nel frattempo, vi auguro una buona lettura.
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